La nonna, la zia e i ricordi

Non so perché, forse sempre a causa del brutto tempo e della malinconia insensata che mi pervade da questa mattina, ma mi sono tornate in mente la mia nonna paterna e la mia zia.
Non che io sia mai stata un animale da parentado, anzi tutta la mia famiglia è sempre stata un po' schiva nei confronti della parentela, ci si vedeva giusto per Natale (non con tutti) e ai classici eventi tipo funerale e/o matrimoni.
Però con i miei nonni paterni c'è sempre stato un feeling particolare, tutti i sabati ero a mangiare da loro con mamma e babbo ed ero coccolata dalla mia nonna come non mai. Eravamo due nipoti in tutto, mio cugino R. ed io che ero la più piccola (di ben 20 anni) e quindi era inevitabile che fossi la cocchina.
Il sabato era un giorno particolare, il babbo mi veniva a prendere a scuola e andavamo insieme dalla nonna, il tempo di salutare tutti e mi fiondavo nel suo comodino dove "nascevano monete da 500 lire". Mia nonna ha sempre avuto questa cosa qua: di lasciarmi tutte le monete da 500 lire che riceveva come resto di tutta la settimana, nel suo comodino e per me era come la raccolta settimanale delle olive e, quasi sempre, era una raccolta veramente fruttuosa (basti pensare che a 16 sono riuscita a comprarmi un F10 con quei soldi).
Ma non amavo mia nonna per quello, ma perché era una donna forte e molto bella: alta, magra, bionda e occhi azzurri che si è sempre presa cura della casa, di mio nonno cieco fin da ragazzo e di quel mandolone di mio zio che viveva alle spalle loro. Ancora lo ricordo.. che quando arrivavo in casa c'era sempre una porta chiusa in tutta casa ed era quella in cui mio zio, fornaio, dormiva tutto il giorno per andare a lavorare la notte; non ha mai aiutato i miei nonni nelle spese e non si è mai voluto sposare fino ai 65 anni quando, una marocchina, è riuscito ad infinocchiarlo (senza farla lunga, qua la storia di mio zio).
Ero piccola quando mia nonna è morta, appena 16 anni e non ho potuto starle accanto come avrei voluto. Non ho rimpianti nei suoi confronti ma mi sarebbe piaciuto godermela un po' di più, quel tanto per arrivare a capire quanto siano importanti i nonni e quale patrimonio culturale hanno da offrirci e, invece, non ho mai capito un cazzo.. andavo a questi pranzi del sabato quasi un po' scocciata dalla routine anche se poi, alla fine, ero contenta di vederla.

L'altra figura fondamentale nella mia vita è stata mia zia, moglie del fratello di mio babbo. Adoravo andare a casa sua sia perché aveva dei gatti bellissimi e un pappagallo chiacchierone, sia perché faceva delle tagliatelle fenomenali, sia perché ero innamorata del mio cugino più grande (quello di cui sopra), ma soprattutto perché ero come a casa.
Mai una volta mi sono sentita di troppo, mi portava con lei per le commissioni (rigorosamente in bicicletta), ogni tanto mi viziava con peluche e caramelle, tentava di insegnarmi a cucinare e mi spronava a fare la settimana enigmistica.
La sua vita è stata sempre un po' travagliata: una leucemia fulminante a 18 anni che ha superato grazie ad un miracolo; un tumore a 40 anni che le ha portato via una tetta, il riaffacciarsi del tumore e delle metastasi al cervello a 60 anni e la morte in casa, assistita da mio zio, io e mia mamma, 4 anni fa. Onestamente mi ha fatto un po' brutto, la disidratazione e la continua perdita di liquidi, il respiro affannoso, il non riuscire più a parlare e assentarsi e alla fine il rantolo della morte.
Fa brutto dirlo ma lei e mia nonna sono le uniche persone per cui ho versato delle lacrime, i miei sentimenti faticano molto ad uscire e con loro, invece, sono esondati come un fiume in piena.

Non so il perché di questi pensieri, non è nemmeno la ricorrenza della loro morte o della loro nascita, semplicemente c'è stato un qualcosa che mi ha fatto riaffiorare questi ricordi e.. volevo scriverli perché spero di non dimenticarmene mai e, nel caso lo facessi, potrò sempre rileggere questo post..

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