Tacere è meglio!

Mezza giornata, questo è il tempo in cui ho rimuginato e tentato di digerire e farmi passare il nervoso. Poi ho deciso di provare a raccontare, non tanto per qualcosa in particolare, ma siccome quando sono incazzata si vede, o per lo meno così dice Marco, ho pensato che se mi vedeva col muso e insistevo col dire di non aver niente, rischiavo di passare dalla parte del torto.
Di contro però, quando racconto una cosa mia personale che mi è accaduta e che mi fa saltare l'ulcera va sempre a finire (ci si può persino giocarsi le palle) che quella sbaglio io. A prescindere e quindi solitamente dopo che racconto le palle mi girano ancora più vorticosamente.
Poi però se invece non esterno le mie cose, se non sputo fuori il rospo, passo per quella che non le frega nulla, non vuole risolvere, non ha voglia di migliorare, non <mettere qui un'infamata gratuita>. Tanto per capirci.
E così niente...
Inizio a raccontare che anche oggi ho avuto a che fare con mio padre, col suo nuovo attrezzo col karaoke, che ho dovuto assecondare una richiesta con tutta la pazienza di questo mondo. Gli ho ordinato numericamente le sue basi ed ho creato un file stampabile con la raccolta di tutte le sue canzoni, per poi finire ad essere presa ad insulti.
Ho resistito, ormai ho un buon allenamento, ho sopportato ben 4 alzate di ingegno con tanto di insulti, poi non ce l'ho fatta più, gli ho detto che ci rinunciavo e che, con mia mamma presente, non avevo idea di cosa avessi detto o fatto per meritarmi tutte quelle parole, ho salutato e me ne sono andata, con mio padre che mi urlava dietro "e io dovrei venire a casa tua? Per cosa che non ti frega un cazzo di nessuno". Ma chi ti ha chiesto niente?
Intanto ha avuto la sua lista ordinata di canzoni, copiata in tre chiavette (malattia mentale) più sullo smartphone, il suo PC ripulito da virus e aggiornato a Windows 10 e la stampante installata..
Il tutto perché non sono riuscita a spiegargli perché "piccolo fiore" era in posizione 36 anziché 37 come scritto nella lista.
Infamate gratis, infamate per tutti.
Ma sto dilagando.. Il punto quale è?
È che ci ho messo mezz'ora per decidere di raccontarlo a marco e l'ho fatto nella strada di ritorno dai suoceri, senza le pupe e quindi senza interruzioni e....
Niente sono arrivata alla premessa, al fatto che stavo per ordinare le canzoni e lui? Ha cambiato discorso, sbrigativamente e non sono più riuscita a tornare sul nocciolo della questione.
Ho capito che probabilmente tutte le volte che mi infama per il muso che "si vede da lontano" evidentemente ha solo voglia di discorrere e quando ho bisogno di parlare e magari divago e parlo di quel che mi è successo al lavoro e trovo un muro, e parlo della mia nuova app di videosorveglianza e trovo un muro, e provo a parlare di una cosa che mi ha fatto andare di merda una giornata intera in 10 minuti e trovo un muro; allora capisco che tacere e annuire è rimasto l'unico modello comunicativo accettabile e che se imparo a non fregarmene di un cazzo, di sicuro non è "merito" mio, ma è l'unica strada percorribile per mantenere quel minimo di sanità mentale rimastami.

Commenti

  1. Io credo che dobbiate avere pazienza. Quando io sono rimasta incinta ci conoscevamo da 9 mesi. E solo adesso dopo 5 anni, possiamo dire che sappiamo di cosa ha bisogno l'altro. Ci sono voluti grandi e tragiche litigate per arrivare dove siamo. A volte come te, pensavo fosse meglio tacere, e mi incazzavo. Ora ho imparato che basta farglielo notare. Loro non si accorgono di cambiare argomento o di non fare le domande "giuste". Ma se io gli dico " guarda che ti stavo raccontando una cosa, dammi retta " allora si ripiglia. Non so cm è il vostro rapporto, ma prova a parlargli

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  2. Non sono cattivi solo fatti male.... Non ci arrivano proprio! Non rinunciare! Io uso il "quindi ti stavo dicendo..." ignorando a pie pari il cambio di discorso. Lui cambia? Io ricambio... Di solito nenneno si è accorto di cosa ha fatto... Se poi proprio insiste a cambiare scherzo ma non troppo "mi cerchi un buco sull'agenda che devo proprio raccontare sta cosa?" e che cavolo!

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  3. Non sono cattivi solo fatti male.... Non ci arrivano proprio! Non rinunciare! Io uso il "quindi ti stavo dicendo..." ignorando a pie pari il cambio di discorso. Lui cambia? Io ricambio... Di solito nenneno si è accorto di cosa ha fatto... Se poi proprio insiste a cambiare scherzo ma non troppo "mi cerchi un buco sull'agenda che devo proprio raccontare sta cosa?" e che cavolo!

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  4. Io spesso reagisco come te e sono 10 anni che siamo insieme, poi se ci metti che ho un caratteraccio di mio, ma concordo con le altre non bisogna mollare ma dobbiamo farci ascoltare!

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  5. Secondo me sbagli.
    A tacere prima o poi avrai il dente avvelenato o ti uscirà la lingua biforcuta. Verrà il giorno in cui scoppierai e gli rinfaccerai tutto, persino la guerra in Siria.
    Io ho sbagliato per due anni con mio marito. Io che mi sfogavo e lui che mi 'spiegava dove IO sbagliavo' finendo sempre per litigare.
    Poi ho smesso di parlare pretendendo inconsciamente che lui sapesse il motivo.
    Quando abbiamo realizzato di avere un problema di dialogo gli ho spiegato la differenza tra "confidarmi e sfogarmi" e "chiedere il suo parere". Ha imparato ad ascoltare senza fomentare il mio malumore, ed io a sfogarmi e farmela passare a tempo record.
    Siete una bella coppia, ne dovete parlare, è il tuo partner, se non ti senti libera di parlare con lui...non mollare!

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  6. Nia: hai ragione, il fatto è che ho già due figlie, dover star dietro anche a lui, soprattutto visto che mi accusa continuamente di non voler esternare il mio malessere, mi fa girare il culo dieci volte tanto.
    GiorgiaLand: non sono una che persevera, sono più "se non ne vuoi sapere tu, pensa quanta voglia ho di parlare io.." ma hai ragione è come avere a che fare coi bimbi piccoli..
    Manu: prox volta mi armo di trombetta da stadio e faccio l'incipit con quella, non può non ascoltare!
    Beky: hai centrato perfettamente la questione, molte volte ciò che gli racconto è una confidenza o uno sfogo, mentre lui deve per forza dirmi la sua e, guarda caso, mai e dico MAI è del mio stesso parere e finisce, proprio come hai scritto tu, a spiegarmi dove io stessi sbagliando. Risultato: l'incazzatura triplica perché anziché la pacca sulla spalla che mi aspettavo, mi becco la solita infamata. Lui dice che lo fa perché mi reputa intelligente, perché agli scemi lui dà pacche sulla spalla, ma la realtà è un'altra, deve sempre fare bastian contrario e se si parte da una situazione normale ne nasce una discussione e amen, ma se parte da una situazione di disagio e stress, lui non si accorge ma si tramuta in una mia chiusura.

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  7. Sara, la risposta che hai dato ora a Becky ricalca molto anche situazioni analoghe che vivo con mia madre, mia sorella, in misura minore col mio ragazzo e in effetti anche con un paio di amici maschi cui non parlo più. Non riesco a farmi riconoscere l'esigenza, saltuaria e spesso repressa, di aprire la bocca e aprirmi, in gran parte perché sono quella brava buona paziente che se si altera non è più lei e non piace più. Ultimamente quindi, quando sbotto, mi tocca specificare "dovevo arrabbiarmi di più e prima, non sono un cagnolino festante, sono stata fin troppo calma".

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  8. Brava Vanessa anche tu hai colto quel che non riesco a spiegarmi e che forse unendo i consigli di tutti, potrei provare a modificare il mio fare. "Non è più lei e non piace più" facile così in effetti, ma è quel che succede, anche mia suocera spesso (benevolmente) mi dice che ho sbagliato io fin dall'inizio che l'ho abituato troppo bene che dovevo scornare di più..

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