Sassolini nella scarpa
Domenica le bimbe sono tornate a casa con una sportina contenente una scatola di cioccolatini già finiti, raccontandomi che glieli hanno regalati Tizia e Caio. Ho sorriso alle bimbe e ho risposto che sono stati molto carini ad aver avuto questo pensiero, chiedendo loro se avessero chiesto come mai non siano venuti direttamente a casa nostra. Chiaramente le bimbe, ignare della diatriba in atto, mi hanno risposto di non aver chiesto nulla.
Per carità fino a qui niente di male, se non fosse che Tizia e Caio sono le stesse persone che a fine settembre hanno organizzato una cena a casa loro parlando soltanto della new entry in casa nostra, di quanto io sia stata fredda e insensibile a tornare a Gradara con un'altra persona "così subito", di quanto io sia stata non curante dei sentimenti altrui, di quanto io sia stata maligna nel far soffrire i parenti stretti di Marco.
Praticamente, da quanto mi è stato riferito da uno dei commensali, la cena più che un banchetto è stato un banco degli imputati nei miei confronti, nessuno e dico nessuno si è premurato di sentire la mia versione, nessuno si è chiesto se fossi improvvisamente impazzita, nessuno si è mai chiesto se avessi diritto a controbattere, io ero solamente la colpevole.
Fatto sta che dopo aver saputo cosa era successo, mi sono subito state chiare tante cose: il gruppo aperitivi si era improvvisamente fatto silenzioso da settembre, le persone che prima mi contattavano per sapere come stavamo erano diventate fantasmi (per carità anche colpa mia che non sono mai stata quella che per prima ha fatto un passo, ma questo da 7 anni a questa parte, non è una novità dell'ultimo minuto) e nessuno che si fosse più presentato a casa nostra.
Potevo scegliere:
- o me ne stavo zitta e accettavo quel che era e cioè che io non ero amica loro ma che sono sempre stata la morosa del loro amico e, in quanto tale, un semplice accessorio;
- oppure provavo a recuperare il recuperabile cercando un confronto, cercando di fargli capire le mie esigenze e il perché di questa scelta improvvisa.
Per la prima volta in vita mia ho deciso per la seconda strada: mi sono rotta di non affrontare più le cose solo per paura di disattendere le aspettative, che poi a lungo andare va a finire che non riesci ad accontentare tutti ma soprattutto non piaci più nemmeno a te stessa.
Per farla breve dopo aver spiegato che sicuramente non è stata la scelta migliore ma sicuramente la più giusta per noi, perché lui ha un lavoro che non ci avrebbe permesso di vederci in serata o nel week ma che, invece, avrebbe apportato un valore aggiunto nei nostri pomeriggi, soprattutto in previsione di un mio ritorno al lavoro e l'impossibilità economica di riprendere la baby sitter, mi sono sentita dire che io non ho la minima empatia, che non dovevo fare la vittima e che non sono capace di mettermi nei panni altrui, che probabilmente sono l'unica che ha tratto giovamento da questa tragedia.
Al che avrei dovuto chiudere tutto, buonasera e grazie, è stato bello ma adesso ciao! E invece no! Mi sono sentita avvampare dentro e gli ho risposto che secondo il mio umile parere lui e la sua cerchia di amici avrebbero soltanto dovuto farsi i cazzi propri o, al limite, invitarmi alla cena e "interrogarmi", se non altro ci avrei messo la faccia e avrei potuto difendermi. In secondo luogo, invece, se non sono io una delle vittime non credo proprio che lo siano loro (gli amici), visto che mi ha lasciato un peso addosso infinito e due bambine segnate a vita da questa disgrazia. Dopodiché ho fatto presente che io mi sono messa nei panni dei miei cari più vicini coi quali ho chiarito e coi quali ho un confronto continuo e costante, ma che di contro, proprio loro, gli amici che mi puntano il dito, non hanno nemmeno lontanamente provato a mettersi nei miei panni: una casa da tirare avanti (prima con due stipendi si arrivava bene, adesso ho dovuto rinunciare ad alcune cose), due bambine con orari scolastici improponibili che non riuscirei ad assecondare col mio lavoro in sede (mentre Danilo si) una solitudine interiore e la morte nel cuore che avrei dovuto affrontare tornando in questa casa pregna di ricordi da sola, i genitori non troppo vicini e con le loro vicissitudini (mia madre dietro ai tremila controlli per il tumore e mio padre testone come sempre).
Questa è la mia realtà ora:
e se qualcuno ha qualcosa da dirmi CHE ME LO DICA DI PERSONA E NON UTILIZZI LE BAMBINE PER FARLO!
Sara la realtà è che tu NON devi difenderti, non ne hai motivo e non hai bisogno di giustificazione. Va che bella che sei, non credo di aver mai visto una foto dove tu non avessi la "faccia tirata". Non devi nulla a nessuno se non a te e alle bimbe. Un abbraccio grande
RispondiEliminaNon so Nia, ultimamente arrivano docce fredde come questa, in più sto affrontando un problema più serio con Sofia dovuto all'influenza di altre persone sulle bambine. Mi sto logorando ho mal di testa e sono esausta, non dovrei difendermi ma da quel che sento sembra che io sia la carnefice.
EliminaQueste foto parlano da sole! Siete bellissimi, tu sei radiosa! Nessuno e dico nessuno potrà mai capirti fino in fondo, perché per quello che racconti qui, sembra proprio che non interessi! Mi pare abbiano solo tanto bisogno di puntare il dito, stop. Lasciali nel loro brodo e vai avanti, ti meriti tutte le cose belle che stai vivendo oggi..un abbraccio forte.
RispondiEliminaGrazie, sono stata anche da una psicologa e a breve avrò un altro incontro, perché a me queste cose fanno soffrire anche se magari faccio la "spaccona". La dottoressa mi ha spiegato che è nel genere umano cercare un colpevole per alleviare i propri dolori. Ok. Quello che non capisco è perché si accaniscano con me (tra l'altro per un gesto che ho fatto quasi un anno dopo e cioè quello di portare a casa un altro uomo) e non considerino minimamente la malattia.
EliminaMa é più facile non considerare la malattia, è più facile trovare un capro espiatorio (tu) e buttargli addosso tutta la merda che hanno loro adesso dentro. Immagino che nel profondo, sappiano benissimo che tu non hai colpe e che anche loro forse avrebbero potuto far di più per aiutare Marco nella lotta contro la depressione. La mente umana è un mistero, vai a sapere cosa davvero hanno dentro. Peccato che anziché condividere un dolore enorme, abbiano scelto la strada dello scontro, il pettegolezzo ed il dito puntato. Scusami cara ma sono proprio persone brutte, chissà pure prima quante ne avranno dette e pensate di te..capisco che ci stai male ma Sara, TU sei quella che è rimasta sola con le bimbe, le bimbe che hanno perso il padre e che avranno sempre questo peso tremendo addosso, TU sei quella che deve andare avanti senza se e senza ma, e sei anche TU quella che ha il sacrosanto diritto di vivere felice! Immagino che non sia stato affatto facile condividere la tua vita con Marco E LA DEPRESSIONE, mia nonna ci ha sofferto in passato e ti assicuro che per tutti noi è stato terribile...quindi..vai avanti a testa alta e un vaffanculo a questi "amici"...altro che spiegare! Non capiranno mai ma proprio mai...
EliminaMa quando ci racconti come l'hai conosciuto? XD
RispondiEliminaMa queste comari hanno famiglia? Una certa partigianeria verso il loro amico (come quella che si riscontra nelle separazioni, quando gli amici di un coniuge generalmente chiudono con l'altro) posso pure capirla, ma ad un certo punto dovevano maturare e ampliare il punto di vista. Dici bene tu, eri solo l'accessorio di Marco. Se avessi fatto la martire come avrebbero gradito loro, restando da sola, credi che si sarebbero fatti avanti per aiutarti? Ne dubito. E hanno ragione le altre, nelle foto sei venuta proprio bene!
Ok ok prometto che a breve vi racconterò come l'ho conosciuto è che è un argomento un po' delicato.. Queste comari sono tutti accompagnati quindi certo, hanno famiglia ma evidentemente stanno così male con loro stessi che si sfogano a cagare il cazzo agli altri. Se avessi fatto la martire non sarebbe andata bene ugualmente, sarei stata troppo lagnosa a mio avviso. Aiutarmi? Come no!!! Ci sono amicissimi che frequentavano abitualmente casa nostra dai quali non ho ricevuto nemmeno le condoglianze né una visita di cortesia post mortem.
EliminaSenza parole....
RispondiEliminaMa fottitene!!!!
State benissimo nelle foro
Sai come la penso...come fai sbagli, sbagli ad avere una persona accanto che ti,vi fa stare bene e avresti sbagliato a restare sola, avrebbero avuto da ridire comunque !
RispondiEliminaQuindi fregatene so che è difficile perchè ci si rimane male, ma guardati come sei bella e serena in queste foto...Solo voi sapete tutto quello che avete passato...Un abbraccione!