San Terenzio e la famiglia

Il 24 di settembre è il patrono di Pesaro, ergo non si va a lavorare.
L'asilo però è aperto, essendo una sede distaccata di Gabicce Mare ed essendo che il loro motto è "il patrono lo facciamo quando vogliamo noi e cioè il secondo venerdì di ottobre", le ho portate per dedicare la mattinata a mia mamma.
Sconvolta è dire poco!

Ora non ricordo tutti i giri che ha dovuto fare mia mamma prima dell'intervento, ma dal 12 luglio, giorno dell'operazione, l'ospedale di Fano è diventata casa sua.

Ricapitolando
Prima di partire con la chemio, il 13/9 ha dovuto inserire il Picc, un tubo lungo lungo che funge da accesso venoso per l'infusione della chemioterapia, nello stesso giorno ha fatto le analisi del sangue per capire se era pronta a fare la prima seduta.
Il 17 prima chemio con caschetto. Tralasciamo il post che non è stato per niente bello.
La giornata di ieri è stata epica: doveva fare le analisi per vedere se l'emoglobina fosse ancora ai limiti accettabili, siamo arrivati e c'era una baraonda di gente, nonostante la priorità (lettera T), siamo stati a chiacchierare un pochino prima di ricevere il prelievo.
Poi siamo andate al bar a far colazione e dopo aver bighellonato, ci siamo messe ad aspettare i risultati delle analisi in un'altra sala ancora.
Quando quelle prima di mia mamma sono entrate, pensavamo di dover entrare anche noi, no invece niente da fare, non era ancora arrivato nulla per noi, intanto stava arrivando il momento di andare a fare la medicazione del Picc.
Perché? Perché ogni settimana va liberato per evitare che si formino infezioni. Saliamo in sala medicazione e ci viene rimproverato il cerotto delle analisi: mia mamma è allergica e non avrebbero dovuto metterglielo ma gliel'hanno messo perché "tanto poi salite a medicare", non solo ma ci hanno pure detto di dire a quelli delle analisi di pulire bene il Picc perché non sempre analisi = medicazione e se rimane sporco di sangue son cazzi amari quindi due stantuffate forti e via andare (se non lo sanno loro come devono fare...) poco male, ce ne ricorderemo noi.
Ripuliscono il Picc, cambiano il cerotto, ci danno appuntamento per il lunedì successivo.
Torniamo di sotto dalla capo sala (ormai mia mamma ha la padronanza necessaria per girare per reparti) ci sediamo pazientemente mentre lei ci vede e ci urla dall'ufficio mentre è al telefono qualcosa come "signora Bruna le sue analisi vanno bene, ritorni pure a fare la seconda seduta.. ah segni anche di rifare l'emocromo per lunedì che tanto viene per la medicazione, meglio abbondare".
Io avrei voluto parlare visto che ancora non ho capito che tipo di tumore abbia, che cure stia facendo, e non ho mai avuto modo di porre delle domande. Tutto quello che so lo devo (purtroppo / per fortuna) da google, sbirciando le sigle incomprensibili scritte nei vari referti.
Così le ho detto se mi poteva fare il favore, la prossima volta, di spiegare nuovamente a mio babbo cosa comporta la chemio, lei risentita mi ha risposto, sempre senza mettere giù quel cazzo di telefono, che aveva già detto tutto in presenza di mio padre e mia madre e che il suo compito era finito!
Bell'assistenza direi!
Io mi auguro che i miei siano riusciti a parlare con qualcuno, perché se è veramente come me la raccontano loro, il chirurgo si è visto solo in sala operatoria e i nostri unici contatti sono stati solamente con la capo sala e nessuno è stato in grado di affrontare il discorso sopravvivenza.
Detto questo mia mamma gira bel bella con una sacchetta di carta con dentro una cartellina verde con tutte le scartoffie che via via le consegnano, lei è pacifica, forse rassegnata, forse le hanno detto cose che a me han preferito non dire.. non saprei, ma io ero stanca già dopo una giornata passata con lei.
E quindi.. niente.. lunedì 01/10 altre analisi e medicazione, venerdì 05/10 ulteriori analisi pre-infusione e lunedì 08/10 seconda chemioterapia.
Non solo affrontare la cura non è banale, ma non è per niente banale anche ricordarsi tutti gli appuntamenti ed effettuare tutti i giri, che poi immagino che più uno sarà debilitato più sarà complicato, ma è altresì complicato interagire con le persone che sembrano essere tutte scocciate.
Quando sono uscita dall'ospedale, ieri, arrancavo, mi facevano male i piedi, la schiena, ero esausta, mia mamma è stata sempre impassibile, non so che cacchio di coraggio e forza abbia!!

Se non altro il pomeriggio è stato più soft visto che l'ho trascorso a leggere libri in biblioteca con le bimbe: che spettacolo!


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