"Ciclista" da tre mesi

Tutto è iniziato per il mio quarantesimo compleanno, quando Danilo ha pensato bene di rimettere in sesto una bici da corsa che aveva in garage e di regalarmela con una maglietta termica.
L'ho guardata un po' torvo per qualche giorno però in fondo mi sono detta che se c'è tanta gente che ci va, deve essere piacevole e poi.. coi pedali normali, insomma, che rischio potevo prendermi?
E così un giorno di inizio aprile ho fatto la mia prima pedalata con "l'assistente" che mi spiegava un po' come funzionava il cambio campagnolo e le varie dinamiche della bici. 

Premetto che prima di inforcare la bici io detestavo i ciclisti da vera automobilista accanita! Del tipo "se pure le oche riescono a stare in fila indiana e i ciclisti no.. figuriamoci il livello!"
Rimango però ferma dell'idea che tocca stare in fila indiana, questo sì, nel senso che non si può stare a fare le cazzate in mezzo alla strada in gruppo e su questo non ci piove.
Per il resto mi sono ammorbidita parecchio, per esempio mi urtava la sfrontatezza dei ciclisti nell'affrontare incroci e rotatorie (alle volte anche semafori rossi, ma questo è da galera bella e buona) ma adesso ho capito il perché, anzi sono due:
  • le scarpette infami ancorate ai pedali
  • perdere la rincorsa
Diciamo che mi sono affacciata alle scarpette intorno alla quarta o quinta uscita quando Danilo mi disse "sei pronta", e da lì mi si è aperto un mondo.
Il primo giorno è stato di ansia, solo ansia.. devo staccare, oddio sono in pericolo, qui è meglio che stacco, qua se stacco muoio, ecco qua se mi fermo muoio.. e cose così; ma poi è andata migliorando a tal punto che sono diventata sfrontata con un occhio alla mia sanità fisica perché non è che mi piaccia vedermi stesa sotto una macchina.
Però se vedo che posso farcela, azzardo uno scatto in rotatoria o cerco sempre di evitare di fermarmi agli incroci magari prendendola larga e insultando qualche automobilista.
Ho anche un modo tutto mio personale per staccare le scarpette che, a detta di Danilo, non si era mai visto prima: in pratica sposto il tallone verso l'interno anziché l'esterno.

Il perdere la rincorsa è una cosa che ho capito a mie spese, spesso a ridosso delle rotatorie dove si è spesso costretti a rallentare quasi a fermarsi mentre tu eri lanciatissima con un giro di gambe da urlo, poi arriva il tuo turno a passare ma sei quasi immobile e sfidi la legge dell'equilibrio e tenti la pedalata per la ripartenza e ti rendi conto di avere un cambio pesantissimo che sembra che stai scalando l'Everest e che per riprendere l'agilità di gamba di prima ti tocca faticare a bestia.

Tutto sommata sono soddisfatta, mi dà energia andare in bici ma ci vuole tempo, tanto tempo, cosa che un po' mi manca: fino ad ora utilizzavo la giornata di CIG (ora terminata) e il week end ma per migliorare non penso bastino due giornate. Non penso di cavarmela troppo male ma credo che sarà un po' come la corsa, parto bene già oltre la media ma poi rimango lì e non progredisco.
Piccola parentesi corsa, sono più o meno sotto i 6 min al km ma da lì non c'è verso di svincolarmi.

Adesso inizio anche nuoto, visto che il tempo c'è (non tanto per andare in bici) ma un'oretta riesco sempre a ricavarmela e visto che spesso quell'oretta purtroppo è in pieno sole cocente direi che meglio di una nuotata non c'è nulla.


Piccolo riepilogo del mese.. Mare, mare, piscina e ogni tanto una garetta di Triathlon. Siamo fortunati, siamo in un posto davvero meraviglioso!

Commenti

  1. Io non vedo l'ora di poter tornare in piscina!! Già questo weekend che siamo andati via e c'era un laghetto dove nuotare mi sono sentita riavere!!

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    1. Tanta stima a nuotare nel lago.. ogni volta che Danilo ha una gara ho i brividi pensare di dover nuotarci, poi c'è lago e lago per carità :D in Slovenia per esempio erano stupendi ma a me fa paura pure nuotare in mare nonostante io abbia alle spalle 15 anni di agonismo e ormai 35 di nuoto in totale.

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