Eco di controllo

Dunque, per la gamba, ero rimasta che me ne sono uscita da medicina d'urgenza con la promessa che mi avrebbero richiamato per fare un'eco di controllo all'ematoma e, per avere un paragone, me ne ha fatta pure una all'uscita misurando il cumulo di sangue dalle dimensioni di 7.5 cm di lunghezza x 2.5 cm di altezza.
Mi presento in radiologia a Rimini e il dottore già non si spiega tante cose, la prima fra tutte il motivo per cui io risulto ancora ricoverata e la mia cartella clinica ancora aperta.
La seconda cosa che non si spiega è a che cosa serva un'eco visto che l'ematoma si vede ad occhio nudo, ho provato a spiegare che probabilmente è perché vogliono vedere se è in remissione e lui mi spiega che si fa fatica a dirlo perché probabilmente a 3 giorni dall'accaduto, quindi durante la prima eco, il sangue era ancora male organizzato mentre ora a quasi un mese era forse fin "troppo" organizzato.
Comunque non ribatte e me lo misura 8.5 cm di lunghezza x 2.2 cm di altezza.
Mi dice che secondo lui essendo un bel cumulo duro probabilmente servirà incidere per aspirarlo e che probabilmente se lo avessero fatto dopo l'embolizzazione non sarebbe stato necessario altro.
Mi dice anche che comunque non è lui che può dare certi giudizi e che si augura di sbagliarsi.
Io vado a casa e, curiosa come una scimmia cerco, leggo infatti che gli ematomi possono avere due decorsi: o si riassorbono e i tessuti molli si riorganizzano, o non si riassorbono e in quel caso occorre drenarli per evitare tessuti fibrotici che potrebbero portare a dolori e duroni.
Niente io incomincio a fasciarmi la testa prima ancora di rompermela.

Mi chiama il medico che mi ha seguito e mi dice che ha visto l'eco e che secondo lui il decorso è ottimo e che ci vorranno mesi. Gli chiedo se posso fare sport. E' rimasto titubante sulla piscina ma ha assolutamente detto niente corsa né bicicletta.
Gli ho anche detto che l'eco di uscita dall'ospedale e l'eco di controllo avevano le stesse dimensioni ma lui ha risposto che la sua eco era un po' ballerina perché ero piuttosto dolorante.
Poi gli ho spiegato le perplessità del radiologo, perplessità che ho comunque fatte mie e lui mi risponde che non vede assolutamente il bisogno di intervenire e che non conosce nessuna terapia chirurgica per gli ematomi.
Questa cosa mi ha allarmato un pochino perché ok che ritieni che il decorso sia buono, ma che te ne esci addirittura che non esiste terapia chirurgica, questo no, ci sono drenaggi, ci sono aghi aspirati, t'ha voglia le cose che ci sono.
Ho comunque chiesto se avessi dovuto fare qualcosa: massaggi, ghiaccio, impacchi; la risposta è stata quella della dimissione e cioè assolutamente niente, aspettare il normale decorso e che, se volevo star più tranquilla, avrei dovuto ripetere l'eco a dicembre e fargli sapere qualcosa anche se la mia cartella l'avrebbe chiusa in quanto non può stare aperta più di un mese.
Ho ringraziato, salutato e chiuso il telefono.


Ho deciso che, per buona pace dei miei sensi, avrei sicuramente ascoltato un altro parere.
Nel mentre però è passato un giorno: ho fatto l'eco alle 17.20 di mercoledì, ho parlato col dottore di medicina d'urgenza alle 14 di giovedì e poi.. mi sono svegliata stamattina con una sensazione stranissima.
Prima di tutto avevo dormito sul lato indolenzito cosa che non riuscivo assolutamente a fare fino a ieri l'altro notte e in più ho avuto la netta impressione che l'ematoma sia regredito sia a vista d'occhio sia al tatto.
O è una cosa psicologica, oppure io me la sono spiegata che facendo l'eco con quella specie di manipolo, il dottore ha esercitato un certo massaggio sull'ematoma consentendogli in qualche modo di muoversi e "lavorare". Mi fa strano che possa essere successo tutto in un giorno però di certo è che sembra migliorato.
Oggi Danilo ha chiamato il suo fisioterapista, colui che l'ha seguito per la sua caviglia.
Anche il fisioterapista ha detto che il massaggio sicuramente aiuta tantissimo l'assorbimento e che va fatto ma senza patire troppo dolore (ed è forse quello che è successo con il gel e l'ecografo), ho deciso di prendere appuntamento da lui anche perché ha già trattato tre casi del genere quest'anno e anche lui ha detto che, mentre i primi due si sono riassorbiti con massaggi e tecar seguendo un decorso normale, il terzo che è arrivato dopo un mese dalla caduta, dopo averlo lavorato un po' non gli è rimasto che andare al pronto soccorso per farselo aspirare.
Questa risposta mi è piaciuta di più perché prevede sia l'opzione del decorso secondo madre natura, sia l'opzione che se madre natura nun je la fà allora si interviene.
Questa sera primo incontro: vi saprò dire!

Commenti

  1. Dovrai stare ferma per un sacco di tempo!! Come è andata con il fisioterapista?

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    1. Buongiorno Nia, anche il fisio è dello stesso parere del radiologo e non si spiega perché non mi abbiano suggerito almeno il ghiaccio o comunque la solita crema Ematonyl. A breve scriverò del proseguo della saga...

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