Tampone e vaccino

Quest'anno ho provato una nuova ebrezza: il tampone!
La nostra azienda ci tiene molto controllati per quel che riguarda il Covid, siamo partiti facendo il sierologico ogni 20 giorni circa (e io l'ho fatto due volte) per poi passare al tampone.
Sono arrivata in sede un pochino ansiosa perché comunque i racconti sul tampone non sono piacevoli e variano da: "mi hanno trapanato il cervello" a "si avverte un leggero bruciore".
Ecco, avrò il naso predisposto ma io non ho sentito assolutamente nulla, mentre i colleghi prima di me uscivano addirittura smoccolando e lacrimando.
Negativa!
E' un sollievo perché se lo dovessi fare ogni venti giorni, so che almeno nel mio caso non è un grosso problema.


Alle mie bimbe invece ho fatto fare il vaccino anti-influenzale. Onestamente potevo evitarlo, questo è vero, ma ho pensato a mia mamma alla quale il dottore gliel'ha fortemente sconsigliato sia perché è allergica a tutti i fans, sia perché immunodepressa dopo la chemio e quindi ho deciso per il sì.
Questa volta non gliel'ho anticipato per tempo come facevo una volta ma le sono andate a prendere a scuola, le ho legate al seggiolino e mentre ci dirigevamo in studio a Pesaro gliel'ho comunicato.
Gli urli e gli implori che ci sono stati li so solo io e, una volta arrivate, ho dovuto chiedere i rinforzi (ho chiamato Danilo).
Un'ora per convincere e vaccinarle entrambe e poi alla fine non era così male visto che le ho portate da Tiger a scegliersi un gioco.
Anche questa è fatta, ora dovrei farlo per me ma ho chiamato il dottore e non sono tra le categorie "obbligatorie" e dovrei acquistare il vaccino in farmacia e farmelo fare.
In farmacia trovare il vaccino è come andare alla ricerca del sacro Graal.


Nel frattempo questa settimana ho vinto l'ennesima sfida col Conad e coi suoi volantini a cazzo di cane e buoni che non escono mentre devo ancora trovare, invece, il modo di dire ai miei suoceri che la roba "vecchia" di Marco che lui non ha mai voluto a casa nostra (enciclopedie, libri e quaderni di scuola, giocattoli..) non la voglio nemmeno io, non so come fare senza offenderli perché finché c'era lui le risposte erano anche piuttosto eloquenti e colorite, ma adesso facendo leva sul fatto che sono "i libri di papà", le bimbe fan fatica a dire di no e se lo faccio io sono la solita insensibile. Mi è stato suggerito pure di comprare una libreria se non ho spazio.. direi che è un consiglio non richiesto anche perché la libreria c'è e non deve diventare un posto per contenere la soffitta di qualcun altro a mio modestissimo parere.
Dovrei anche imparare un modo gentile per far capire loro che sentirmi dire spesso e volentieri "devono stare con altri bambini" o "vogliono passare più tempo con te" è un po' come se mi dicessero che non sto facendo correttamente il lavoro di madre, pur non conoscendo le abitudini che abbiamo dal lunedì al venerdì.
Questo però è un mese di merda.. e tra pochi giorni ci sarà quella bruttissima ricorrenza.. forse siamo tutti più nervosi e io dovrei imparare ad essere più comprensibile.. 
Ne uscirò viva da questa situazione?

Commenti

  1. Ne uscirai sicuramente viva.
    A chi vuole darti lezioni di maternità, impara a rispondere con arroganza, altro che! A prescindere dai vincoli familiari che vi legano.
    Io "mi mangerei" persino mia madre. Ma è un esempio iperbolico, perché lei non si sognerebbe mai di fare la maestrina.

    P. S. Son felice per il tuo naso predisposto al tampone. Io non ne ho mai fatto uno, ma scommetto che soffrire, perché sono sfortunatissima. 😅

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    1. L'arroganza ti fa passare direttamente dalla parte del torto e a me non va di creare conflitti e mando giù..non sempre però e alle volte scatto per cose ridicole e sembro isterica.. Dovrei imparare ad essere più zen e a dare meno spiegazioni.

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  2. Un tampone l'ho fatto pure io. Molto fastidioso , ho smoccolato un po', ma rapido. La fobia da aghi me la ricordo bene, da piccola dovevano tenermi ferma in 3... mi è passata da grande quando ho avuto un colpo della strega per cui morivo dalla voglia di un antidolorifico intramuscolo.
    Per la roba di Marco, ahi ahi... potresti rifiutare tutti i libri tranne quelli che potrebbero prendere valore amatoriale, e concedere qualche quaderno. Sui giocattoli non saprei, certe cose anni 80 sono piuttosto ambite, dovresti approfondire. Ma prendere per poi dare via è ugualmente offensivo... non so come potresti sfangarla, neanche a me piacerebbe accollarmi tutti i ricordi del mio ex. Una cantina ce l'hai?

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    1. Di sicuro se accetto cose non le accetto in base al valore monetario e sicuramente non le rivenderei, ma spesso il problema non si pone perché me le mandano a casa sempre con qualcosa. Quando invece il problema si pone.. Bè la casa è effettivamente enorme e potrebbe ospitare l'enciclopedia, i libri e i quaderni, ma perché? Il padre in vita non li ha mai voluti e d'altro canto anche io dai miei ho le stesse enciclopedie ma non ci penso proprio di portarle qua!

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  3. In merito alla proposta...con spaccio alle Bimbe.... da parte dei Nonni dei vari oggetti si potrebbe suggerire Loro di fare insieme una buona opera di decluttering /archiviazione ma con la modalità tecnologica. Intendo che insieme potreste vagliare un ristretto numero di oggetti da tenere perché piu affettivamente importanti e per tutto il resto fare foto digitali da conservare come ricordo ma poi devolvere l oggetto in beneficenza.
    Così facendo OGNI ricordo resta ma materialmente gli si dona nuova vita cedendolo a chi ne ha necessità.
    Inoltre sarebbe importante che i Nonni comprendessero quanto tutti voi abbiate bisogno di costruire insieme nuovi momenti belli da ricordare.

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    1. Sì, infatti sto cercando di capire se effettivamente ha senso prendere "il corpo umano" fisicamente (in fondo è tre giorni che se lo leggono come però leggerebbero i libri che abbiamo già in libreria ma che, da brava cogliona, non gli propongo mai) e vagliare il resto come suggerisci tu. Ad ogni modo tutta questa roba è in soffitta/cantina da circa 20 anni si potrebbe anche pensare di tirarla fuori e giocarci esclusivamente quando le bimbe sono dai nonni tutte le volte che vogliono. Poi sono conscia che pure le bimbe chiedono e vorrebbero portare a casa alcune cose e lì sto intervenendo per far capire loro che non possiamo prendere tutto ciò che vogliamo anche se le altre persone ce lo consentono.

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